Il mio Battesimo sulla lunghissima distanza del trail non poteva avere una cornice migliore: la città di Grenoble, a cui siamo legatissimi per la ormai celebre 24 ore, la più bella in assoluto.
Gli organizzatori della 24 ore, ormai diventati AMICI senza riserve, ci hanno accolto, offerto la cena, ci hanno aspettato nell’afoso palazzetto per 2 lunghissime ore: il controllo del materiale obbligatorio è stato estenuante, infinito, la prima vera prova di endurance.
Per mia fortuna, mi ritrovo in fila con Cristina e Marco…davvero provvidenziale!
Piero, l’amico di Grenoble, è uno dei “benevoles”, i volontari: alle 4 del mattino è già nel palazzetto, si assicura che “les italiens” abbiano il migliore dei trattamenti.
E così è stato, ancora una volta mi sono sentita privilegiata.
Ore 5, si parte…ci aspettano 167 km e 10 200 mt D+ dell’UT4M, l’ultra tour des 4 Massifs : numeri spaventosi, distanze sconosciute per me, posti nuovi, un lunghissimo giro attorno alla città ed alle 4 diverse formazioni montuose che la circondano, molto diverse tra loro, come ci spiega la sera precedente Lorenzo, il figlio di Piero, fresco di studi, in un italiano impeccabile
“la Belledonne è la più selvaggia, la più alta, perché è il massiccio di più recente formazione”
Poteva dirci “la Belledonne è la più bastarda dei 4”: avremmo capito subito dove saremmo crollati…
Vercors, Taillefer, Belledonne e Chartreuse: questi i 4 massici da affrontare, in una giornata caldissima…ma mi sento bene e sono determinata a finire questa gara ad ogni costo.
Ho attraversato un’estate difficoltosa, e non sono per niente sicura che il mio fisico regga, ma la testa..quella è votata ad una sola direzione: il traguardo al Parc Mistral, guarda caso….proprio dove si corre la 24 ore!
Non voglio annoiarvi col racconto della gara, tanto se non ci siete stati sembrerebbe solo noioso: ma le mie impressioni, le emozioni fortissime provate, beh, quelle voglio provare a condividerle..
Alla prima edizione, abbiamo trovato un ultratrail organizzato perfettamente , con una cura meticolosa dei particolari, ad esempio il balisaggio: costante, ottimo, mai trovata gara segnalata così bene e così tanto.
Un numero incredibile di volontari: soprattutto nella notte, lungo il percorso, partivano pattuglie in senso contrario ad intervalli regolari, ti fermavano, si interessavano, ti incoraggiavano e se li convincevi di stare realmente bene…allora potevi ripartire!
Ottimi i ristori, la mia teoria negli ultratrail è mangiare poco in continuazione, incessantemente per 36 ore..mi riempivo le tasche dello zaino di caramelle, biscotti, plumcake e “gateaux” vari, che poi disseminavo come Pollicino nel bosco..per ingannare la fatica, la notte, la paura.
Lo ammetto, mi capita spesso di avere paura nei trail: della notte, del buio, del freddo, della solitudine, dei miei mostri…ma in Francia è tutto diverso, ed ancora una volta ho avuto una lezione di sportività incredibile.
Sono tutti pronti ad incoraggiarti, in un modo sincero, vero, vicino, premuroso, quasi accorato. Bon courage…allez, courage..bon courage: lo senti ovunque, ad ogni passo.
La parola “coraggio” mi risuona nel cuore….è il più dolce dei saluti. Ci si incontra, ci si supera e ci si DEVE salutare, è un codice etico….”Bon courage! Ça va?”
Provate voi in Italia, in gara, a dire “coraggio!” ad uno che state superando, agonizzante: come minimo, se siete fortunati, vi ritrovate i bastoni nei polpacci…se invece non siete fortunati, beh, non voglio sapere i dettagli…..
E’ così…me ne ero già accorta, in particolare nei confronti degli stranieri (e delle ragazze) c’è una particolare attenzione, una forma di tenerezza che nei momenti di grande fatica diventa fondamentale: trovo che siano tutti molto più sportivi di noi, nel senso più profondo del termine.
Anche le vecchiette al balcone che stendevano il bucato gridavano “bon courage!”, da noi puoi sperare spesso in una sana indifferenza, se non in un velato sarcasmo “ma guarda sti cretini che si spaccano di fatica”…(ho edulcorato il pensiero per non essere censurata!)
La gara è durissima, perché le salite sono infinite, anche 1400 mt D+..e poi si ridiscende fino alla pianura, 300 mt s.l.m e poi si risale ancora, ed una infinita discesa che ti ammazza le gambe.
Ricordo due crisi bruttissime, da fare due passi poi fermarsi, due passi, poi sedersi: la salita al Belledonne, al buio, quasi 4 ore per fare 10 km.Poi come è arrivata se n’è andata, mi bastano 10 minuti seduta nella tenda in cima a Croix de Chamrousse, coccolata dai benevoles, che faccio impazzire con le mie richieste (voglio caffè amaro, the caldo zuccherato e coca cola, insieme: vi sembra una richiesta così spaventosa??)
Esco nella notte, è tiepida, tornano le forze, la luna piena rischiara le pareti vicine, vedo i laghetti riflessi: non ho paura, è tale la felicità di aver superato la prima crisi che salgo cantando, non mi è mai capitato nei lunghi allenamenti di sentire AMICA la notte, alleata. Vorrei non finisse mai…mi godo questa sensazione di pienezza passo dopo passo, ed i km trascorrono regolari.
Poi incontro Cristina, sofferente, mi dice che Marco è stato parecchio male…scendo demoralizzata, accendo il cellulare, ricevo l’sms di Luciano, ritirato.
Mi crolla il mondo addosso, mi salta lo stomaco. Sono trascorse 25 ore, 110 km e mi sembra impossibile poter andare avanti…mi trascino con una lentezza infinita alla base vita di Saint Nazaire, lì avrei deciso cosa fare…
Passano le ore, mi passa la nausea, riesco a mangiare qualche biscotto e cresce la determinazione: posso finirla, in un modo o nell’altro, posso finirla: ho moltissime ore ancora a disposizione, e 40 km soli che mi separano da Grenoble, la mia Grenoble.
Mi ripeto BON COURAGE, ce la posso fare. Mi cambio, mi metto pure la gonnellina fucsia perché se la mette Lizzy Hawker non vedo perché non possa metterla pure la Fossati (vabbè, sono solo un tantino più lenta….!)
Ricordo un tramonto da togliere il fiato sul Taillefer, spuntare da dietro una sella e venire investita dal fuoco rosso di una vallata annegata nell’ultimo sole: rimango lì impietrita al punto di controllo, il tizio che deve passarmi lo scanner sul chip (è un specie di mouse col filo cortissimo..) si sbraccia…vieni più vicina, s’il vous plait…impietrita, il tramonto più bello che abbia mai visto, fa quasi male. Ricordo la meraviglia e lo stupore delle stele, spegnere la frontale e fare qualche passo al chiaro di luna.
Ricordo gli scherzi del sonno, le allucinazioni; ricordo il penultimo ristoro e la voce premurosa di un “benevole” italiano, che si dedica interamente a me, facciamo due chiacchiere, mi dà coraggio, mi spiega con gentilezza che ci son ancora “due piccole salite, ma poi scollini e già vedi Grenoble…e allora vedrai come voli”
Ricordo il violento temporale finale, due ore che mi sono sembrati 10 minuti…Il plumcake nelle tasche diventa poltiglia, ma non c'è tempo ora...secchiate di acqua che lavano via fatica, polvere e stanchezza e confondono la mia emozione.
Sì perché scendendo all’impazzata sotto il temporale puoi piangere quanto vuoi, nessuno ti sente, tutto si confonde, posso finalmente lasciare andare le emozioni senza freni.
Ricordo l’ultimo ristoro, la gioia con cui ringrazio tutti e la sorpresa di trovarmi Piero, avvolto in un sacco della spazzatura per proteggersi dal temporale, che è salito fin quassù per correre con me gli ultimi 11 km…
Mi trascina in una corsa folle (ma lo sai amico che sto correndo da un giorno e mezzo???), mi spiega ogni sasso, ogni albero, ogni tetto della sua città. Lezione di storia e geografia di cui ricordo ben poco :-)
La discesa è infinita, l’adrenalina ha spazzato via il dolore alle gambe: è assolutamente miracoloso cosa si possa fare dopo 35 ore…
E finalmente la pianura: siamo in città, passiamo il ponte sull’ Isere e ci si avvicina allo stadio, che precede Parc Mistral.
Cammino, voglio avere energie fisiche e mentali per godermi ogni istante…
Piero mi urla dietro “corri corri, non fermarti,manca un grosso km..”
Corro, come se fosse l’ultima ripetuta della mia vita…non ho la percezione del tempo e dello spazio ma…ma…non mi sembra mica un km….direi 2 o 3…
“ma io ti avevo detto UN GROS CHILOMETRE”
Avete capito? Vai a fidarti dei Francesi….se vi dicono che manca un grosso km alla fine non lanciatevi nella volata, rischiate di crollare prima!
Vedo lo stadio, i vigili che fermano il traffico per farmi attraversare si sbracciano, gridano, festeggiano.
… “c’est l’italienne, c’est l’italienne” gridano dal pubblico
Non ricordo più niente, solo che gli ultimi 10 metri, quelli più preziosi, si confonde tutto, si spegne la luce ed il cuore si ferma. 36 ore,46 minuti, 46 secondi
Ora sono un'ultratrailer anche io, finora ho scherzato. Non riesco a crederci!
Il giorno dopo rifanno le classifiche e sorpresa! Mi ritrovo 45 minuti in più (doverosi, ci avevano deviato a causa del forte temporale in quota e quindi “penalizzato” per rendere omogenee le classifiche) ed un quarto posto assoluto.
“Ci vuole vento, pioggia e sangue nelle vene”..e briciole di plumcake in tutto lo zaino
Bon courage per sempre!
Ilaria
Paolo Valenti
Mi inchino ammirato.
Marco
in gara non hai certamente niente da dimostrare a chi ti conosce, ma la gara mi hanno detto essere stata davvero dura.
E bello anche il racconto.
Il primo posto assoluto al TURCO te lo meriti davvero tutto
Franz
Leggendolo sembrava di essere li` con te (ma senza la fatica..)
Brava!
piccolo monumento biondo!
: )
m
Mi ha commosso il tuo racconto immedesimandomi nelle fatiche di ERCOLE che hai dovuto sopportare.
Sei una persona speciale oltre che una cronista superlativa.
Mi hai fatto vivere la tua grande impresa con grande curiosità
e insegnamento per il mio percorso di vita.
Grazie e cari complimenti, Pippo.
Complimenti per aver portato a termine un trail davvero SPECIALE! l'UTMB al confronto è una passeggiata! Infatti questo è....un TOUR !(come il Tor.... ok? - quasi ci siamo.....). Davvero grande, non solo per averlo concluso, soprattutto per averlo concluso con quel tempo ed in quella forma!
Hai dimostrato di aver tanto coraggio, di aver vestito un abito mentale proprio e di aver costruito un fisico eccezionale! (ma chi è il tuo maestro...?)
Scherzi a parte (mica tanto, poi) una qualche esperienza penso di averla maturata e mi piace anche misurare le parole, ma quando ci vuole ci vuole: GRANDE IMPRESA E GRANDE ILARIA. Un abbraccio.
Grazie sopratutto per farci rivivere le parti piu' emozionanti della corsa con i tuoi racconti.
Complimenti!
WilRoad1
complimenti da tutto il gruppo "alba al parco lambro".
ti aspettiamo per un brindisi
Luca