Le mie Porte di Pietra

Le mie Porte di Pietra sono iniziate con lo spirito di chi fa un viaggio verso l'ignoto.

E' dal 2010 che desidero cimentarmi nelle Porte di Pietra e girava voce che quella di quest'anno fosse l'ultima edizione.. e quindi l'ultima occasione per partecipare.

Sapendo bene che si trattava di una scelta molto azzardata, mi sono iscritta.
Non ho mai fatto trail così lunghi (massimo 50km) e questo era il terzo trail dell'anno per me (ne ho fatti altri due di 34 e 44km).
Conscia dei miei limiti e incosciente allo stesso tempo, sono partita in modalità "risparmio energetico".

Ho affrontato i primi km con il timore del primo cancello orario: dovevo arrivare alla Roccaforte dopo la Croce degli Alpini entro le 11.
Ho impostato un ritmo che stimavo di poter tenere per tutta la gara e ho sperato che fosse sufficiente per rispettare i cancelli orari; ma la prova definitiva l'avrei avuta solo al primo ristoro.
Arrivata alla Roccaforte ho visto che ero in anticipo di oltre mezz'ora e mi sono rassicurata: mantenendo quel passo, sarei arrivata entro il tempo limite.

Andando verso il Bric Camere e il ristoro di Costa Salata il cielo era limpido, c'era il sole, ma non faceva caldo; sul fondo un po' di fango.
Procedevo serena, ammirando il paesaggio e programmando mentalmente i miei pasti e gli integratori.
Superato il secondo rifornimento idrico ho mandato un sms a Enrico per aggiornarlo che ero al 23º km e mi sono caricata leggendo messaggi di in bocca al lupo da alcuni amici. Ho anche scattato qualche foto.

Salendo verso il monte Antola il tempo è cambiato, ha iniziato a piovere e a tuonare.
Al 40º km sono arrivata al rifornimento di Capanne di Carrega; mi sono fermata sotto il gazebo, la pioggia aumentava, le gambe erano stanche e il pensiero di avere ancora oltre 30km da fare pesava un po'.
Ammetto che ho preso in considerazione per un istante l'opportunità di ritirarmi; ma poi ho rimandato la decisione al ristoro successivo, 10 km dopo.

Nelle 2 ore che ho impiegato a percorrere la strada da Cap. di Carrega a Cap. di Cosola è tornato il sole, ho mangiato e bevuto, ho fatto altre foto, ho ascoltato musica (ebbene sì, ho portato il mio mp3 e l'ho anche usato...).
Arrivata al ristoro mi sono cambiata, mi sono rifocillata e mi sono posta un altro obiettivo-tappa, il ristoro successivo (65º km).

Sono ripartita consapevole di avere ancora due vette da conquistare: il Monte Ebro e il Monte Giarolo.
Uno strappo iniziale e poi un saliscendi in cui, mentre salivo, non vedevo l'ora di scendere, e mentre scendevo, non vedevo l'ora che arrivasse la salita.
Dopo questi 11 km di incontentabilità, sono arrivata alla vetta del Monte Giarolo e sono stata informata che i successivi 10 km sarebbero stati quasi tutti in discesa.

Mi sono seduta sul prato per qualche minuto, per raccogliere le ultime forze, cercare di mettere da parte il dolore e dimenticare la stanchezza fisica e mentale.
Oramai ce l'avevo quasi fatta.
L'arrivo è proprio di fianco al municipio di Cantalupo, dove ho sposato Enrico e lui era lì ad attendermi come quel giorno... attorniato da un'orda Road Runners che mi hanno aspettato e incitato rendendo ancora più grandi la mia gioia e la mia soddisfazione.

W il Road!

Sofia