Domenica 28 Ottobre. Andorno Micca, sulle alture del Biellese. Mancano pochi minuti alle 7.00. E' ancora buio. Piove alla grande e fa freddo.Sono partito da casa alle 4.30 per prender parte al Trail del Casto. Alla lunga. Ho un sonno bestiale ma mi sforzo a far mente locale sugli ultimi dettagli prima del via. La voce di MAU SCILLA, l'organizzatore, invita tutti alla prudenza e conferma l'accorciamento della corsa causa neve e maltenpo in quota. 30 Km anzichè 46. Saggia decisione, come in seguito si potrà constatare. Il MAU sa il fatto suo, da grande esperto qual è. Prima di tutto, la sicurezza degli atleti, poi, tutto il resto.
Si parte. Strada asfaltata, e vai, e vai, e vai. Il sonno, vuoi per il freddo, vuoi per la tensione della partenza, inizia ad affievolirsi. Comincio a scaldarmi. Sono bagnato fradicio, non ci faccio caso, ma... quando 'casto' finisce quest'asfalto... ne ho già percorso fin troppo!
Non faccio in tempo a concludere il pensiero che finalmente si entra nella natura, nei boschi ancora più o meno addormentati, come il sottoscritto. E continua a piovere...
Iniziano le salite, inizia il fango, inizia a nevicare.
Durante la notte ne è venuta giù molta.
Saliamo e la coltre di neve che ammanta l'ambiente, rende quasi fiabesco il paesaggio che stiamo attraversando.
I nostri passi sono felpati; impossibile non restare ammaliati da ciò che ci circonda.
E abbiamo fatto solo pochi kilometri !
Chiacchero con qualcuno. Vecchie conoscenze. Ma mi rendo conto che le nostre un po' banali parole, rompono quella fantastica atmosfera che chiede invece solo di essere rispettata e apprezzata. Taccio. Anche perchè si sale ancor più. E' meglio risparmiare il fiato.
Come forse potete immaginare, non sono 'in testa' alla corsa.
Ho ritmi lenti. Insomma sono in coda ma ciò non è una novità.
In compenso ho sempre il tempo di spassarmela con gli 'ultimissimi'. Ormai sono diventato una scopa pure io.
Fatto sta che mi raggiungono in quattro, uno più matto dell'altro.
Credendo di stimolare il mio stanco passo, mi offrono un sorso di... grappa 'fatta in casa dallo zio trentino':)
Alla faccia... ma questo è vetriolo... però... adesso che ci penso.. scusa Roberto, potrei.. un altro cicchetto?
Veramente buona, questa grappa casalinga... un sorso a me, un sorso a Lamberto, un sorso a Rudy e un sorso ai due Roberto..
e la mia corsa è andata avanti cosi.
Quattro scope e... una ramazza che spazzano, si, ma non i concorrenti in coda, bensì... ogni bottiglia trovata ai ristori e non solo!
Per la prima volta in vita mia, mi sono buttato in corsa nella neve fresca (40 cm. e più) insieme agli altri a ruzzolare e a rialzarci e a ruzzolare di nuovo..
Mi sono sentito un bambino. ma anche loro non erano da meno.
Non si finiva più di ridere e scherzare!
Verso la fine, avevo le gambe come pezzi di legno.
La vista un pò appannata. Ma non per colpa delle lenti a contatto.
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Arriviamo cosi al traguardo tutti e cinque insieme e, dopo un forte abbraccio al MAU che ci corre incontro, come un barbaro gruppo, entriamo al coperto dove urlando come forsennati, veniamo accolti da tutti gli altri atleti con un grande applauso. Mancava solo che ci mettessimo a ballare sui tavoli. Ahh. queste grappe fatte in casa!
Ci sono i miei compagni Road; li riconosco nonostante i 'fumi'.
L'amico ormai fraterno, MAX, mi abbraccia e mi offre.. una birra!
Grazie, Max, questa volta ne avevo proprio bisogno!
EnricoEtil
Sempre grandissimo Enrico...ma per la prossima dobbiamo aspettare il Santa Cristina?
Ciao
Max