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Riflessioni dopo la mezza di Genova
Inserito da DONNY il 24/04/2012 alle 14:56 nella sezione strada
In questi giorni ho cercato di fare chiarezza su ciò che è accaduto domenica 22 aprile durante la mezza di Genova. Sulla mia reazione alla fatica, al sudore e alla sensazione di mal di stomaco con nausea che dal decimo km mi ha assalito.
Chi come me corre solitamente da solo con la propria fatica, nelle retrovie di una gara sa che non è sempre facile trovare le risorse per non cadere nel vortice nero dell’arrendevolezza ed esserne inghiottito.
Domenica ho commesso troppi errori: prima di tutto la cena della sera prima completamente saltata, una colazione frettolosa e poi quelle salite e discese a cui non sono proprio abituata e che ho corso ad un ritmo superiore alla mia possibilità. Se a tutto ciò aggiungiamo un po’ di malumore e di sfiga ecco che il “cocktail” del fallimento diventa micidiale!
Partita agguerrita, al decimo kilometro ho incominciato a sentire la fatica alla quale non ha tardato ad aggiungersi il male allo stomaco con relativa sensazione di nausea che mi ha costretto a rallentare vistosamente.
Non essendo una velocista ma possedendo la lentezza di un bradipo non ho tardato molto a ritrovarmi nelle ultime posizioni della corsa. Niente di strano per me, sono abituata a tutto ciò al punto che da brava masochista a volte di questa solitudine ne godo. L’anima e il corpo entrano in uno stato di pace che mi inebria.
Ma domenica qualcosa è andato storto: giunta al tredicesimo kilometro sulla strada sopraelevata genovese sono stata avvicinata da un tizio dell’organizzazione che senza tanti complimenti mi ha invitata a “mollare il colpo” dicendo che ero ultima (cosa non vera), saltare il guardrail della sopraelevata e fare inversione di marcia che con solo un kilometro sarei arrivata al traguardo.
“dobbiamo riaprire la strada sopraelevata il prima possibile signora, le conviene saltare il guardrail e andare all’arrivo”. La reazione più opportuna ad un affronto del genere sarebbe stata un sonoro “vaffanculo” e il proseguimento della galoppata e invece... invece la mia testa ha ceduto, la mia motivazione a proseguire si è sgretolata in pochi metri e ubbidiente con un balzo ho preso la direzione opposta raggiungendo il traguardo in 1 ora 29 minuti e qualche secondo. Essendo sulla sopraelevata di Genova non avevo percorsi alternativi da percorrere se non quello di gara.
Ieri mattina ho scritto in TDS perché ritenevo stupido comparire in classifica, ho scritto a Marco M. del Road per dire di non inserirmi nel resoconto gare ROAD.
Come ho già spiegato al Compa io non vivo di cronometro ma vivo di passioni ed emozioni. Lo sport per me è amore e non farei mai una cosa del genere, perché la ritengo sciocca e inutile. La sfida contro sé stessi è un arricchimento quotidiano, la motivazione è il motore per andare avanti. La perseveranza è ciò che fa di una persona una grande persona. La fatica e il sudore sono nutrimento per corpo e mente.
Quello che mi ha rammaricato oltre alla delusione cocente di essermi tolta il piacere di finire la gara è stato sentire che QUALCUNO ha sospettato che io possa aver dato il mio chip ad altre persone. Sono nauseata e amareggiata. In questi giorni non ho fatto che arrovellarmi la testa per capire il perché ho buttato via una gara che avrei chiuso in 2 ore e 20 in linea con i miei soliti tempi sulla mezza! Pazienza, non serve piangere sul latte versato. Dagli errori si impara sempre e tanto.
Ringrazio Dario, Laura, “I Biscottini”, Mauro e Moira e il Compa che hanno capito chi sono realmente e non hanno nemmeno per un attimo dubitato sul mio comportamento di gara. Ed è grazie a loro che cerco e ritrovo la voglia di andare avanti sempre!
Donata
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Da ligure, mi dispiace doppiamente che (parte del)la città non abbia apprezzato l'evento; per fortuna in altre zone (vedi corso Italia) la partecipazione del pubblico è stata più calorosa...
Un tracciato molto impegnativo, ma anche affascinante attraverso una città a cui sono molto legato; Donata, speriamo che l'anno prossimo i Genovesi abbiano più pazienza e ci lascino godere con un po' più di calma anche a noi della loro stupenda città :D
ti ringrazio per la solidarietà ma non credo che tornerò mai più a Genova per correre. Io sono del parere che per far capire agli organizzatori che qualcosa non ha funzionato non bisogna più frequentare le loro gare. Solo vedendo diminuire il numero dei partecipanti capiranno che qualche disagio c'è.
Noi milanesi ci lamentiamo delle gare svolte a Milano per insulti e sputi, bè domenica se fossi stata nella mia città sicuramente avrei terminato la gara perchè pur correndo nelle retrovie ho sempre avuto la possibilità di portare a termine tutte le Stramilano a cui ho partecipato e la maratona di Milano.