Domenica sul Lago d'Orta

Avrei dovuto gareggiare nella 24 ore di Torino, ma dopo la prova di due domenica fa al Morenic Trail e considerate le due maratone che mi attendono da qui ad un paio di settimane, ho deciso di soprassedere e ho colto al volo l'invito di Giovanni per andare a testare il Trail del Lago d'Orta.

L'appuntamento è al XXV aprile, per poi stiparci tutti in una macchina e filare via dalla piovesa domenica ambrosiana verso Pogno, patria del rubinetto (pare che l'abbiano inventato qui, di certo in questa zona proliferano le aziende produttrici di rubinetterie).
Sarà che i pognini (pognanesi? pognegani? boh) conoscono il segreto del rubinetto e sanno come far cessare la pioggia, sarà che tra gli organizzatori c'è un frate tostissimo con una linea diretta con i piani alti, fattostà che alla partenza non piove e la gara resterà asciutta fino all'arrivo dell'ultimo concorrente.

Due percorsi, quello breve da 23km e 1000 metri D+ e quello lungo da 36 km e 1500 D+.
Opto per stare con Giovanni e risparmiarmi alcuni chilometri.
Partono i concorrenti della 36 e dopo mezz'ora ci schieriamo anche noi della corta. Siamo in tutto 140 (dei 160 iscritti) e partiamo di buon passo su un tratto asfaltato.
Ben presto l'asfalto lascia il passo al sentiero ed iniziamo ad inerpicarci lentamente.
Si corre molto, come spesso accade in gare di questo tipo.
Giovanni ed io corriamo insieme, abbiamo lasciato un po' indietro Roberto e Francesco. In salita salgo tranquillo, in discesa Giovanni vola e fatico a seguirlo.
Sto spingendo un po' troppo e presto inizio a sentire le gambe pesanti.

Arriviamo al sesto km (circa, nei trail i km non sono segnati e io non corro con il gps) ed inizia la salita.
E' il momento che preferisco. Posso recuperare un po' di fiato e cambiare passo.
Così saliamo tra i commenti dei concorrenti e i lazzi dei volontari fino al santuario della Madonna del Sasso dove i volontari spergiurano esserci una vista sensazionale... ma le nuvole basse ci tolgono due privilegi, quello di ammirare il lago d'Orta dall'alto e quello di rifiatare un po'.
Niente da fare, un breve ristoro e si riparte in salita.

Giunti in cima al colle, si abbandona il bosco di castagni e si entra in una faggeta meravigliosa, dove i pini svettano per una decina di metri cercando di forare il manto verde dei faggi. A terra le piccole foglie marrone hanno preso il posto dei ricci di castagna. E la discesa ha preso il posto della salita.
Giovanni parte a rotta di collo ed io lo seguo, scendiamo per un paio di chilometri fino a quando troviamo un pezzetto d'asfalto. Rallentiamo ed io capisco che oggi ci sarà da soffrire. Gambe imballate e adduttori doloranti. Fa niente, restiamo in scia a Giovanni.

Arriviamo a Pella, dove ho corso un duathlon (il mio debutto con il body del TriRoad), un breve pezzo del sentiero si sovrappone al percorso di corsa del duathlon mentre i ricordi di quella giornata si affollano nella mia mente.
Corriamo lungo il lago e poi risaliamo su sentiero verso un colle, l'ultimo prima di affrontare la discesa verso Pogno.
Giovanni potrebbe andarsene e darmi almeno un quarto d'ora, ma resta con me e veniamo raggiunti da Mimmo, il vulcanico presidente di Podismo e Cazzeggio.
Mimmo continua a gridare Forza Road! per incitarmi e così tra la spinta di uno e l'incitamento dell'altro giungiamo finalmente al traguardo.
Ad accoglierci la sorpresa di Max Marta e Roberto Russo che in trasferta ciclistica hanno fatto sosta per un po' di tifo (grazie!).

Doccia calda, varie foto di rito, pranzo a base di minestra di verdura, polenta e carne (per gli altri) e formaggio (per me), verdura, frutta, crostata...
Insomma dieci e lode all'organizzazione (era una prima edizione, tra l'altro) e alla simpatia della gente.

Di seguito i risultati, segnatevi la data per il prossimo anno, è un trail dove tornare.
Buone corse
Franz