AMBROGINO D’ORO

STELLA D'ORO CONI

Non Competitive Vita del Club

A SPASSO CON MARY: Marianne Zhuo Wen mi accompagna alla Chinese New YearRun

Di Daniela Invernizzi

Domenica, 23 febbraio. Arrivo per tempo alla sede del Road per la corsa che celebra il
Capodanno cinese (anche se a distanza di qualche giorno). La gara podistica è nata
dall’incontro di due comunità
che convivono nello stesso quartiere milanese, in via
Paolo Sarpi, via Canonica, la Chinatown di Milano. L’adrenalina pre-gara carica sempre i
cuori e le menti con atteggiamenti eccentrici (o da matti). Infatti una massima a cui mi
sono sempre attenuta è: mai prendere decisioni importanti appena prima o appena dopo
una gara.
C’è chi corre in mutande e canottiera con questo freddo, chi over ottanta veste fuseaux
improbabili e attillatissimi. Marylin Monroe diceva di un abito attillatissimo che per
indossarlo doveva inghiottirlo. Pare che tali pantaloni fascianti siano stati comperati su
Internet come manufatti che riproducono simboli cinesi, a me paiono un tripudio di
fogliame della foresta del Borneo con teste di animali. C’è chi, provetto atleta, corre questi
chilometri come riscaldamento per lanciarsi poi a ben altre velocità. Questa è una corsa
ma non è proprio una corsa: è una gioiosa baraonda, una bolgia, una baldoria, per
fermarmi alle parole che iniziano in “b”.
L’ incontro promuove multi culture ma anche sollecita l’arte e l’artificio dei novelli fotografi.
È il rosso delle magliette con l’effige del serpente che catalizza l’attenzione e attira i
sedicenti artisti in erba a scattare miriadi di foto. È l’anno del serpente, quello stesso che
senza pudore tentò Eva con successo: per un cinese il serpente è simbolo di longevità
e ricchezza.

C’è anche chi saltella compiaciuto con il cellulare per riprendere la vita vera dei podisti in
rosso e commenta con voce profonda le inquadrature sicché non capisci se sei in un film
di Totò o alla sede di un rinomato e pluridecorato club podistico.
Il serpentone si snoda tra l’arena e il castello per circa cinque chilometri che sono come un
piccolissimo sorso di martini, un lievissimo assaggio di champagne per chi va giù forte di
aperitivo, cioè un niente per un podista lungo-percorrente.
Io passo questi cinque chilometri (in realtà tagliando a destra e a manca ne avrò fatti forse
2) con Mary Zhuo Wen, che mi apre il suo forziere di piacevoli confidenze da sino-italiana.
Non di prima, non di seconda generazione, ma in mezzo. La prima generazione è quella
che emigra in Italia, come i genitori di Mary. La seconda è nata qui, come la deliziosa figlia
Gioia. Ma lei, la dolce-forte Mary è arrivata nel Bel Paese a 8 anni e ha fatto qui le scuole.
È la generazione che sta in mezzo. Mary si dice molto fortunata perchè ha la ricchezza
di due culture millenarie.

“Era il 2012, abitavo in via Paolo Sarpi, volevo correre e vedo l’insegna RRCM, penso che
questo club l’avranno aperto da 3 mesi e, molto incuriosita, metto dentro il mio piedino.
Antonio e Isolano per primi e poi tutti gli altri mi fanno grandi feste”.
“Sei la prima cinese che mette piede qua dentro”.
“Mi devo preoccupare?”.

Dopo il primo shock culturale, Mary inizia a correre con i Road i quali sollecitano la
partecipazione dei suoi amici e colleghi cinesi e si chiedono come mai non intervengano
nelle varie corse podistiche. La risposta di Mary è simpatica: “I cinesi lavorano sempre e
non hanno tempo di andare a fare le gare”.
Ma poi il tempo si trova e la sede Road accoglie nuovi soci sino-italiani e giapponesi. Alla
park run del sabato mattina io incontro sempre Neve, una bellissima giovane signora,
imprenditrice con movenze da ballerina classica e Lala, dal sorriso contagioso, che
insegna marketing alla Cattolica. E la giapponese Fumina manager d’alto livello dai tratti
incantevoli che corre veloce come il fulmine. Ma si sono accorti i signori gentlemen che le
orientali hanno molto fascino e carattere?
“Noi comunità cinese apprezziamo questa corsa, anche se non tutti corrono”. Infatti alla
partenza ho visto signore cinesi fare ampi sorrisi al serpentone indisciplinato. Il capodanno
è terminato questo scorso mercoledì (il 19 gennaio) con la festa delle lanterne e con la
condivisione del dolce dell’unione famigliare. È come il ferragosto italiano con la
sospensione del lavoro e la riunione in famiglia. Noi Road organizziamo questa corsa oggi,
accomodandola con le esigenze del calendario podistico.
“La comunità cinese desidera continuare questo appuntamento annuale di quartiere
per celebrare l’interculturalità. Questo è un momento di vicinanza”
. Le parole della
mia amica sono come miele in un momento in cui suonano trombe di conflitto sul pianeta
terra.
Poi Mary ha una trepidazione nel tono quando dice che la corsa è terapeutica, solleva da
momenti di tristezza e io sento in questa voce musicale increspata da note di pudore il
desiderio di condivisione. Allora le confido che quando fui piantata da un mio
(abbastanza) grande amore, usavo andare sull’alzaia del Martesana, lanciarmi in una
corsa alla morte e piangere forte. Ma non funzionava perché i ciclisti mi fermavano per –
dicevano loro – consolarmi!! Non c’è pace tra gli ulivi!
Mary mi racconta che, come il piedino nel Road, ha messo il piedino nel Consiglio
Nazionale dei Notai.
Mary è laureata in giurisprudenza alla Cattolica di Milano, ha
concluso da poco il praticantato notarile e sta preparando il concorso per notaio. È la
prima italiana di origine cinese nel Consiglio. Speriamo che metta nel curriculum che è
socia del Road Runners Club di via Canonica. Mentre continuo ad ascoltare la mia
accompagnatrice con intenso interesse, con un occhio e con la mente seguo il serpentone
dei podisti in rosso che si è fermato al centro culturale cinese ove il professor Li ha
illustrato una lezione di Tai Chi e ha dato il via alla sfilata del drago azzurro. Poi via di
filata per l’ultima tappa, il ristoro da Giuliano.
Ancora un piacevole commento da Mary: “Siamo una famiglia di donne forti. Mia nonna ha
92 anni, dipinge, fa la calligrafa e studia medicina cinese. Nella nostra famiglia si respira
buddismo, inoltre il culto degli antenati e mia nonna ha la sua religione, il comunismo
come fede”. Mary è cattolica.
La conversazione con Mary mi lascia buoni insegnamenti: per vincere occorre rischiare,
mettere il naso dentro alla sede del Road o il piedino nel Consiglio dei Notai. Inoltre la
risposta del Road è stata di grande accoglienza e questo è un segno di maturità del
Club. Poi la multiculturalità moltiplica l’intelligenza e la sensibilità.
Una comunità

chiusa su se stessa è destinata a spegnersi. E infine una notizia per i modaioli, il colore
rosso slancia, sfina e nasconde la pancia!
Nota: in questo articolo nessun quadrisillabo è stato maltrattato.

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