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Barbarossa Double Trail

Inserito da trullo il 24/11/2014 alle 14:13 nella sezione cross & trail

Questo Weekend abbiamo corso la seconda edizione del Barbarossa Double trail in quel di Montorfano (CO), organizzato dagli amici Happy Runners. Si tratta di un trail “sui generis” perché come si capisce dal nome si tratta di una doppia gara: sabato sera 16 km e D+ 500 mt. con partenza alle 17,30 e quindi provvisti di lampada frontale, e la mattina dopo 21 km con D+ 700 mt. con partenza alle 8,30. Vince chi, sommando i tempi delle due tappe, impiega il tempo minore. Quindi un totale di 37 km da correre in circa 17/18 ore, che di per sé sono meno di una maratona, ma la formula della doppia distanza è una doppia se non tripla fregatura:

1) dovresti correre in entrambe le gare “a tutta”, e non in modo conservativo;

2) correre due gare con un intervallo di riposo di circa 12 ore non è cosa che piace molto alle gambe;

3) nel “pacco gara” sono comprese notte in palestra con sacco a pelo (per chi vuole) e soprattutto una cena con birra, vino e con una serie infinita di dolci che neanche alle Feste di Natale…E questo è il colpo di grazia.

Siamo un bel gruppetto, con Franz, Stefano e gli immancabili X-Runners. Chi corre entrambe le gare, chi corre solo il sabato, chi ci raggiunge per cena e corre solo la domenica. Il numero dei partecipanti è limitato a 120, l’organizzazione ottima e familiare e il clima che si respira è davvero caloroso. Qui racconto solo della manche in notturna del sabato, perché è particolare e perché mi sono proprio divertito a correrla “a tutta”.

Per me è l’ultimo trail della stagione e ho voglia di correre forte, anche se i problemi fisici non sono certo passati e l’allenamento è quello che è. Partiamo quindi dal centro del paese e ci buttiamo nei boschi che circondano il laghetto di Montorfano per un doppio giro notturno da 8km. Gare trail illuminate solo dalla torcia frontale non ne ho mai fatte, cerchiamo di mettere i piedi sulle pietre giuste e vediamo come va. Pensando alla gara dell’indomani mattina si spera in una partenza oculata e conservativa: infatti. Tutti a manetta lungo il breve tratto di strada prima di tuffarci nel nero sentiero in mezzo agli alberi. Niente, davanti non rallentano e allora tengo il gruppetto di testa: MORIREMO TUTTI, lo so. Il gruppetto comincia a sfoltirsi quando siamo a due terzi del primo giro, inizia la salita su asfalto, siamo in cinque e scollino in terza posizione: ecco la discesa sullo stretto sentiero, quello che aspettavo. I primi due sono un po’ insicuri sulle pietre neanche troppo viscide e allora prendo la testa e provo a strappare prendendo una trentina di metri di vantaggio per iniziare la salita, che faccio senza spingere al massimo. Alla fine del primo giro sono primo, ma siamo ancora in quattro tutti vicini. Il secondo giro è un testa a testa senza esclusione di colpi, ci alterniamo in testa senza risparmio, in discesa rimaniamo in tre e poi ecco l’attacco della salita. Sono al limite, il primo del gruppetto continua a correre anche in salita e tenta la fuga, io comincio a camminare per prendere un po’ di fiato e mi tengo aggrappato al secondo almeno con lo sguardo. Provo a ragionare, anche se c’è poco da ragionare: mi servirebbe il terzo polmone! Salgo con il mio passo, il primo davanti non si vede più, il secondo quando scollina ha una quarantina di metri di vantaggio su di me. Non c’è problema, arrivo in cima e ora ho circa un chilometro di discesa per provarci.

Daje, non ho tempo per prendere fiato: metto la torcia al massimo della potenza per illuminare il più possibile il sentiero di fronte a me e mi lancio. Dopo un paio di minuti intravedo un paio di tornanti più in basso le luci dei primi due. Daje, aumento il passo e taglio le curve e all’inizio della strada asfaltata li vedo lì a dieci metri da me. Daje che li ho presi. Finisce la strada e il gruppetto è di nuovo compatto. In due secondi cerco di indovinare a cosa stanno pensando gli altri due: arrivo in parata insieme oppure lotta fino all’ultimo metro? Curva secca a sinistra per uno strappetto di 40 metri su sentiero in salita: il primo riparte a tutta velocità. Eccolo là! Noi due dietro stavolta non lo molliamo, mancano 300 metri di curve a gomito e scalinate ripide e scivolose e inizia una volata lunghissima. Sono dietro, attaccato agli altri due… Ma quanto tempo è che non mi divertivo così??? Vada come vada, domani sarò a pezzi ma si va fino in fondo. Sono quelle cose che adoro della corsa, siamo in tre e tutti abbiamo la stessa voglia di arrivare. Non capita spesso di farsi 16 km e giocarsi tutto in una volata a tre, attaccandosi con le mani a muri e corrimani per cercare di fare le curve più strette possibile, saltando i gradini in discesa a quattro a quattro. Le traiettorie si incrociano ad ogni svolta e alla fine mi ritrovo dietro nell’ultimo “rettilineo” di 30 metri, ci provo ma alla fine sono terzo, con lo stesso tempo del secondo e ad un secondo dal primo. Grandi pacche sulle spalle e poi la fatidica domanda: “Ma voi due gareggiate anche domani mattina?” “Si.” Ossignùr, l’avevo detto io che “MORIREMO TUTTI”! Ci provo ad aspettare i compagni, ma comincia a far freddo e forse è meglio andare sotto la doccia e aspettare tutti al quartier generale per poi festeggiare con tutti a cena. E che cena!!

La domenica poi i 21km di tracciato diventano ovviamente faticosissimi, ma alla fine riesco a tenere duro e a strappare con soddisfazione il secondo posto a poco piĂą di due minuti dal primo arrivato.

Ecco i Road Runners presenti in entrambe le gare con i tempi totali:

Barbarossa Double Trail
prova notturna 16km 500D+
atletatimepos
MARCO Frigerio1:16:423/94
STEFANO Finizio1:43:2143/94
FRANZ Rossi1:53:4260/94
Barbarossa Double Trail
prova diurna 21km 700D+
atletatimepos
MARCO Frigerio1:43:202/105
STEFANO Finizio2:21:3046/105
PIERMARIO Sasso2:28:2856/105
ENRICO Roncoroni2:32:5768/105
FRANZ Rossi3:09:06101/105
Barbarossa Double Trail
classifica combinata 37km 1200 D+
atletatimepos
MARCO Frigerio3:00:022/54
STEFANO Finizio4:04:5124/54
FRANZ Rossi5:03:0042/54

Marco Frigerio

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Commenti
  • ferroghido 24/11/2014 alle 16:22:52 rispondi
    "l'allenamento è quello che è"
    JAJAJAJAJAJA.....
    Immenso Marco !




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