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Un sabato diverso dagli altri

Inserito da Franz.Rossi il 27/07/2014 alle 18:27 nella sezione cross & trail

Eccomi di ritorno dopo la Trans d'Havet, un'ultratrail di 80km e 5.500 mt di dislivello positivo.
Sei Road al via e una lunga giornata davanti: partenza a mezzanotte e 24 ore di tempo massimo. Ma il meteo ci ha messo lo zampino e dopo 8 ore di gara gli Organizzatori hanno valutato la pericolosità della situazione e hanno deciso di interrompere la competizione.

Nello spogliatoio, mentre facevo la doccia, ascoltavo le voci e i commenti che passavano di bocca in bocca, ogni volta amplificati dalla delusione dei presenti.
E allora, prima ancora di raccontare la gara, provo a ricostruire i fatti.

Durante il briefing gli Organizzatori ci hanno avvisato che durante la notte ci sarebbero state alcune precipitazioni ma che il meteo sarebbe peggiorato nella giornata di sabato.
Hanno poi aggiunto di aver predisposto un possibile percorso alternativo per farci evitare la montagna più alta (Cima Cadrega) ma che erano pronti anche a sospendere la gara qualora esigenze di sicurezza l'avessero richiesto.

In gara le cose sono andate bene fino al mattino. Ma verso le 7 le sporadiche piogge sono diventate un temporale, con fulmini e pioggia abbondante. Visto che la situazione continuava a peggiorare, gli Organizzatori hanno annullato la gara corta (che sarebbe dovuta partire alle 9:00) e hanno sospeso la lunga.
Quindi noi siamo stati bloccati al primo ristoro cui siamo giunti, e da lì evacuati con pullman verso l'arrivo dove abbiamo fatto la doccia, abbiamo mangiato e, ripresa l'auto, siamo tornati a casa.

Nel frattempo, tra le otto e le nove, un fulmine è caduto vicino al percorso proprio mentre passavano tre concorrenti che, a gara già bloccata, stavano tornando verso il punto di raccolta. Fortunatamente non sono stati colpiti ma, visto lo shock elettrico, sono rimasti alquanto frastornati.
Sono intervenuti alcuni volontari del Soccorso Alpino che li hanno accompagnati alla strada dove era stata fatta arrivare un'ambulanza che li ha portati all'ospedale per un controllo del caso e dopo alcune ore sono stati dimessi. Tutti e tre, compreso quello che - lamentando una semi paralisi - era stato portato all'ambulanza con una barella.

In conclusione, ottima decisione degli organizzatori e ottima assistenza sul percorso nel post gara.

Si impongono alcune riflessioni:
1. il trail è uno sport di montagna e come tale è pericoloso. Va affrontato con prudenza (ed umiltà) da chi lo pratica e con altrettanta prudenza da chi organizza.
2. bisogna usare la testa non pensare che indossare un pettorale ti renda immortale ed immune al buon senso.
3. bisogna rispettare le decisioni degli Organizzatori che hanno una visione più ampia di quello che accade.
4. bisogna essere pronti, che significa sapere cosa fare ed avere con se il materiale giusto per farlo.

A questo punto vi chiederete se la gara può ancora essere considerata gara. Ed io credo di sì.
Trovate qui un racconto dettagliato della mia Trans d'Havet.
Aggiungo però la cronaca dei nostri soci.

Ilaria Fossati è il primo Road a giungere al passo Xomo in 5 ore e 57 minuti. Poi ha proseguito salendo il monte Pasubio e giunta a pian delle Fugazze è stata fermata.
Io sono arrivato al primo controllo in 6 ore e 37 minuti (il cancello orario era alle 7:15) e anch'io ho continuato e mi hanno fermato al successivo ristoro dopo 42 km e un po' meno di 10 ore di gara.
Alessandro Alboni è arrivato al cancello orario ed è ripartito alle 7:17, quindi fuori tempo e non è stato inserito nella classifica (che vale solo come ordine di arrivo).
Con Marco Perini ci siamo incrociati parecchie volte in gara, ma non risulta in classifica, e temo che si sia ritirato al passo Xomo o al ristoro precedente.
Invece ho visto in partenza Daniele Fedeli che però non appare in classifica, così come Massimiliano Monaco che non conosco di persona.

Ecco qui, un sabato particolare, con alcune importanti lezioni da imparare.
Un grazie agli Organizzatori della Trans d'Havet che hanno vegliato su di noi.
E in attesa di sapere com'è andata al Giir di Mont, un arrivederci al prossimo trail

Buone corse
Franz



Trans d'Havet - Ultra Trail
42 km - 3.200 mt D+
atletatimepos
Ilaria Fossati5h57'35"213/299
Franz Rossi6h37'46"263/299

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Commenti
  • ilaria72 28/07/2014 alle 16:54:56 rispondi
    Cadrega?!!
    Sarà l'influenza d Giovanni Storti nella celebre "prova della cadrega" al povero Aldo ?!!

    La Cima è il CAREGA ;-)

    dove riposa il mio amico Mirco. Peccato non averlo potuto salutare anche quest'anno...ma l'ho pensato eccome in mezzo ai fulmini.
    Confermo l'ottima e tempestiva organizzazione, non sapremo mai se effettivamente si potesse continuare almeno sul percorso del piano B, ma...come hai detto tu, ci vuole umiltà. Rimettersi alle decisioni dell 'Organizzazione. Di certo molti erano risentiti e l'anno prossimo ci sarà qualche illustre ammutinamento.
    Io resto amareggiata, perchè avrei potuto vincere il Vicenza Challenge (il circuito dell tre gare di ut: Ultrabericus, 100 e lode, TDH) in cui ero in testa con largo vantaggio sulla secodna.
    Amen! Ho festeggiato il compleanno in modo diverso.
    Riporto il mio pensiero postato su FB e rivolto agli amici che mi sono ritrovata sotto il tendone, bagnati, provati ma capaci di festeggiarmi con simpatia.

    "Per il giorno del mio compleanno mi aspettavo un grande Ultra Trail, quella sana fatica che ci accomuna e a cui non sappiamo rinunciare, che ci purifica l'anima, gli abbracci finali un po' di commozione e le premiazioni del Vicenza challenge. Nulla di tutto ciò: la nostra trans d'Havet è stata una corsa disperata a valle contro il fiume d'acqua che ci scorreva sotto i piedi e sopra la testa, è stata la paura dei fulmini, il rumore dei tuoni vicinissimi. Sono state quelle gallerie che ricordo sempre con tanto affetto che invece ho penato e temuto travolta dall'acqua. Per il mio compleanno non mi aspettavo di trovare il paradiso sotto una tenda della Protezione Civile che non so come facesse a restare in piedi, un centinaio di persone stipate e infreddolite, a volte anche vicine all'ipotermia. non mi aspettavo di ritrovarmi in mezzo ai miei più cari amici: tutto ciò che mi serve è qui. Non ho freddo non ho caldo ma mi sento benedetta dal cielo (...certo in un modo piuttosto incalzante...). Non mi aspettavo di brindare con il brodo caldo offerto dalla Protezione civile o con il tè bollente eppure mi sembra meglio del migliore Franciacorta del mondo.Qui e ora. .. Forse le foto delle premiazioni sarebbero rimaste delle immagini su Facebook ma l'atmosfera di questa tenda mi resterà tatuata dentro a lungo. Dovevo sbatterci il naso e bagnarmi da capo a piedi per ricordarmelo! tutto ciò che mi serve per vivere è quì. La vita è un temporale, è un arcobaleno, è una tazza bollente tenuta tra le mani per scaldarci,è la passione che ci ha unito tutti oggi, con tanto rammarico ma in fondo la consapevolezza di essere infinitamente fortunati. Grazie a tutti voi!"
  • Franz.Rossi 29/07/2014 alle 07:56:33 rispondi
    Carega o Cadrega
    :-(
    è vero Ilaria, hai ragione, Carega non Cadrega :-)
    A mia parziale discolpa dico solo che in veneziano (mia lingua d'origine) la sedia si chiama "carega" e ho imparato a chiamarla "cadrega" solo dopo le ripetizioni di Aldo Giovanni & Giacomo.

    Franz

    PS auguri in ritardo per il compleanno, e complimenti per il primo posto al Challenge. Se eri prima pre TDH allora penso che sarai rimasta prima, nessuno può aver fatto più km e D+ di te in gara...
  • ilaria72 29/07/2014 alle 11:14:31 rispondi
    ottimo esempio di bilinguismo, Franz :-)

    sembri il mio nipotino italo-francese che chiama Egiptiani gli Egiziani e dice "Excellente!"

    Però adesso mi è venuta voglia di rivedermi il pezzo del Trio....me lo cerco su youtube!




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