La grande faggeta è un ambiente magico, la luce filtra ed entra delicatamente in uno spazio immenso, ovattato, reso ancor più ampio dall’assenza di rami bassi: alla base un terreno morbido, ovattato, dove i passi pesanti dei trailers si confondono con il silenzio e solo ti aspetti che all’improvviso compaia una fata protettrice di questo antichissimo regno mentre gli elfi seduti sugli alti rami, nascosti nei tronchi cavi, invisibili agli umani, custodiscono ancora gelosi i segreti del tempo. E per alcuni istanti, per alcune ore, qualcuno ha attraversato questi luoghi e per alcuni istanti, alcune ore, si è riappacificato con il mondo di fuori.
La lunga gara era iniziata a Viterbo, alle sette del mattino dove terminerà, al compimento dell’ottantesimo chilometro e dopo aver scollinato e ridisceso e risalito monti e monticciuoli, piccoli e verticali rilievi tondeggianti tutt’attorno al Lago di Vico, terre di faggi e vulcani, quasi quattromila metri di tortuose ma anche morbide salite ed altrettanti di veloci discese, l’ultima, lunghissima, nell’umido gocciolare di nuvole basse.
Alla fine arriviamo in cinque appaiati, quattro romani ed un anziano milanese in trasferta: ormai è calata la sera dopo 13h e 45’ di gara ed io sono campione italiano Iuta M60 di ultratrail medio (quasi più lunga a dirla che a farla). L’adrenalina che ancora scorre mi aiuta nel lungo ritorno verso Milano dove arriverò alle quattro del mattino. Adesso la gara è veramente finita.
forever on the road!
Paolo Valenti
Ghido
Instancabile e fortissimo!
MarcoFrig.
Marco