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Mai smettere di inseguire i propri sogni!

Inserito da ste_scal il 16/02/2017 alle 10:34 nella sezione cross & trail

Le gare del Brianzolo hanno tutte un buon motivo per essere ricordate, ma Monza è Monza. Il parco recintato più grande d’Europa; la villa monumentale (appena restaurata, andate a vederla se vi capita) che ha visto trascorrere tre secoli di storia, da Maria Teresa d’Austria ai Savoia, passando per Napoleone; la Formula 1, la doppia di Lesmo e la curva sopraelevata. Tutte cose che ti restano negli occhi e nella mente.

Questa volta, però, ci ritroviamo al Parco per un evento forse meno mediatico ma certamente molto sentito dai runners lombardi, la 5^ tappa del Campionato Brianzolo di corsa campestre, per l’occasione prova unica di Campionato regionale individuale master di cross.
E la cosa che difficilmente dimenticherò (data l’età, non è elemento così scontato) è che questa volta ho quasi preso il GP!! La verità vera è che, per inseguire un sogno (prendere il GP), quasi muoio, ma questi sono dettagli.

Comunque: procediamo con ordine.
Il percorso è sempre quello ed è molto bello, tutto attorno alla Cascina San Fedele, abbarbicata su una delle colline del parco. Si parte con un lungo rettilineo, si affronta poi un toboga con una serie di curve a gomito, quindi giù verso la parte più bassa del tracciato; infine, dopo una serie di saliscendi e strappetti spaccagambe, si torna alla partenza, non prima di aver affrontato l’ultima salita, la più lunga. Il tutto da ripetere tre volte.

Poiché stavolta la gara è di rilievo regionale, i locali della cascina sono aperti e, dietro a porte solitamente serrate, compaiono panche, spogliatoi e docce. Un gran lusso di cui però decido di fare a meno in ossequio alla tradizione sgarrupata con cui corriamo questo campionato. Mi accomodo quindi nel ‘non gazebo’ dei Cremellas. ‘Non gazebo’ perché i Cremellas ci sono, ma il gazebo no, solo un telo di plastica steso a terra.
Tutto si spiega: il Fausto (il grande presidente dei Cremellas) ha fretta, dopo la gara deve correre subito a Barzanò poiché c’è da organizzare il Trofeo Longoni (una delle due tapasciate gestite dai Cremellas, l’altra è quella dell’8 dicembre). Stavolta il massimo che ci concede è costituito da un paio di fogli di plastica per terra. Va più che bene, naturalmente.
Anzi, giusto per chiarire il grande senso dell’ospitalità dei ragazzi del Cremella, il Paolo, uno dei più fedeli scudieri del Presidente, insiste perché sulla plastica ci appoggi pure la bici, per evitare che pedali e manubrio si sporchino.

Dato che, appunto, sono in bici, arrivo un filo più presto del solito, tanto da pensare per un attimo di essere arrivato prima del GP. Pia illusione! Mentre do una mano a stendere i teli dei Cremellas, GP si palesa in compagnia del Maurizio e scopro che non solo è già lì da un po’, ma addirittura si è già fatto un giro di ricognizione (e manca un’ora alla partenza!).

Ci scaldiamo in maniera adeguata (abbiamo tempo...) e in men che non si dica si arriva all’ora del via.
14.30, pronti per la partenza. Non ci sono né ‘ol Lucio’, infortunato, né il Piermario, febbricitante. Le solite facce dei soliti nonnetti si perdono in mezzo a decine di volti sconosciuti. C’è un sacco di gente che non hai mai calcato i verdi prati del Brianzolo ma oggi è qui per partecipare al campionato regionale.
A fianco a me c’è un signore di Morbegno che ha la faccia da avvocato d’affari e indossa un completino anni ’70 di due taglie troppo piccolo. Non riesco a decidermi se si tratta di un burlone o di uno trascinato a Monza dagli amici, il quale - per l’occasione - ha rispolverato il completino che usava al liceo per partecipare alle campestri. Alla fine propendo per la seconda ipotesi, anche se la prima ha un certo fascino.

Mentre mi chiedo se riuscirò a tenere dietro il principe del foro ecco, a sorpresa, lo sparo. Questa volta provo a stare attaccato al Fausto, anche perché non mi sembra che sia partito fortissimo. Sto con lui, gli succhio la ruota e mi sento un po’ in colpa. Poi arriva la prima discesa e, come da copione, lo perdo.
Mi accontento di raggiungere il Maurizio e cerco di insistere, anche perché - grazie alle salite - mi sembra di non perdere molto terreno. Insisti insisti e finisce che mi avvicino ai miei avversari: in cima all’ultimo strappo raggiungo e affianco il Fausto. Cerco di fare lo spiritoso accusandolo del fatto che non è sportivo mollarmi così in discesa e mi metto davanti per fare un po’ io l’andatura. Inaspettatamente, sento il suo respiro sempre più lontano: a metà del toboga mi giro e mi accorgo di essere rimasto da solo. Del Fausto non v’è più traccia.

Uso le urla di incitazione del Mister per capire il mio vantaggio (il Mister incita tutti con entusiasmo, sempre); sono avanti non di poco. Gasato dal vantaggio che sto accumulando, comincio ad accarezzare un sogno: anche il GP è lì, anzi, mi sono avvicinato. Ma è un elastico: in salita mi avvicino, in discesa lo perdo e sui tratti in pianura la distanza non varia.
Siamo quasi alla fine. Provo a insistere sull’ultimo saliscendi e il cuore mi scoppia (il che, alla mia età, può anche non essere solo una figura retorica). Mando mentalmente a quel paese un tipo che continuo a staccare in salita ma che mi riprende regolarmente in discesa. Siamo ormai sul rettilineo finale: rinuncio all’idea di prendere il GP e rinuncio anche a fare la volata con il tipo che gioca a riprendermi, non prima di averlo mandato definitivamente a quel paese.

Scoprirò solo dopo l’arrivo che il tipo che ho sfanculato con perentorietà è Giuseppe di Brugherio, un amico del Mister che condivide con noi il gazebo dei Cremellas e con cui, da almeno un paio d’anni, chiacchieriamo amabilmente nel pre e post gara. Gli confesso candidamente di averlo coperto di improperi e ci facciamo una sana risata.

Come sempre, lascio al GP il compito di fare da supporter ai compagni di squadra e, inforcata la bici, torno a casa. Mi godo la calma dei pomeriggi brianzoli attraversando i paesini tra Monza e Mariano e la soddisfazione di aver, quasi, preso il GP... A volta i sogni si avverano, o quasi.
In ogni caso, l’avvocato di Morbegno è arrivato dietro!

Nelle altre prove della giornata, da segnalare le presenze ormai costanti di Marco ‘Ronk’ Ronchetti e di Stefano ‘Mister’ Scala, impegnatissimi a battagliare con i 40enni su tempi che io mi sogno soltanto di notte.
Inaspettata, e piacevolmente gradita, la presenza di due Lady Road, Raffaella Preatoni e Giusy Verga, le quali ottengono i migliori risultati per la nostra società nel campionato regionale: Raffaella 11^ di categoria, Giusy addirittura 5^!
E poi, fatto quasi più unico che raro, schieriamo anche un giovanissimo: Ivan Franchini, classe 2006, che arriva settimo nella categoria degli Esordienti di 9-10 anni. Non possiamo che dirgli ‘bravo’ e augurargli di continuare così, il Road ha bisogno di giovani leve.

Settimana prossima ci si sposta a Desio per la penultima tappa del circuito. La sfida col Fausto è ormai aperta e dichiarata, il Giuseppe da Brugherio è lì come un cagnaccio, il GP non troppo lontano. Ne vedremo delle belle!

Giuseppe Mauri

31° Campionato Brianzolo di corsa campestre
Parco di Monza, 11 febbraio 2017
ClassificaNome e CognomeCategoriaPos. Cat.Tempo
58 Raffaella Preatoni SF40 11 13.45
67 Giusy Verga SF55 5 14.14
113 Gianpaolo Calegari SM60 16 28.13
117 Giuseppe Mauri SM55 29 28.21
24 Marco Ronchetti SM40 16 22.23
45 Stefano Scala SM45 15 23.45
8 Ivan Franchini E-06 7 3.05


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Giusy Verga, la migliore Road al Campionato regionale master di cross
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